Armi controverse: non si ferma la produzione in Francia, Germania e UK


Si chiama “Controversial Weapon Monitor” la ricerca condotta dalla società tedesca di analisi ESG Oekom con l’obiettivo di mappare tutte le aziende produttrici di armi controverse a livello globale.
Con il termine “controverse”, Oekom si riferisce alle armi individuate – e bandite – dal Trattato di non proliferazione nucleare e dalla Convenzione per le armi biologiche e, in seguito, dalle Convenzioni di Parigi (armi chimiche), Ottawa (mine anti-persona) e Oslo (bombe a grappolo).
Sono 400 in totale le imprese che Oekom identifica come “sospette”, di cui – a seguito dell’attività istruttoria condotta dalla società di ricerca – 250 sono state inserite all’interno del database delle produttrici di armi controverse.
La maggior parte di queste, 49 in tutto, sono statunitensi: gli USA non hanno infatti siglato i due trattati di Ottawa e Oslo, che vietano bombe a grappolo e mine antiuomo. Per questo, le azioni di imprese americane come Alliant Techsystems, L-3 Communications e Textron sono spesso oggetto di esclusione da parte degli investitori responsabili.
Lo studio rivela inoltre che, anche nei paesi firmatari dei trattati, la produzione di questo tipo di armi non si è fermata: sono sedici le imprese catalogate come “sospette” in Francia e undici in Germania e Gran Bretagna.
Nonostante il rapporto non riveli i nomi di queste aziende, un portavoce di Oekom ha riportato alla testata online Responsible Investor l’esempio dell’azienda tedesca Rheinmetall, indirettamente coinvolta nella produzione  di bombe grappolo.
Altri paesi che, secondo il report, sono coinvolti nella produzione di armi controverse sono la Russia (14), la Cina (11), Israele (11), l’India (9), la Polonia (9), la Romania (8), la Corea del Sud (7) e l’Egitto (6).
Lo studio rappresenta uno importante strumento per gli investitori responsabili che applicano le strategie di esclusione e selezione basata sul rispetto di norme e standard internazionali: la mancanza di trasparenza rende infatti tali imprese difficilmente identificabili.

Per approfondire:  la ricerca sul sito web di Oekom