Otto pregiudizi da sfatare sull’SRI


Secondo Richard Essex, consulente finanziario indipendente per Grayside Financial Services ed autore del libro “Invest, Feel Good and Make a Difference”, sono otto i principali pregiudizi da distruggere sull’investimento sostenibile e responsabile.
Essex ha provato a fornire una serie di argomentazioni in merito: riportiamo qui di seguito l’estratto pubblicato sul sito web www.blueandgreentomorrow.com, da noi liberamente tradotto.

Uno: I miei soldi non faranno la differenza

Il tuo denaro sta già facendo la differenza. Di fatto, le scelte degli investitori responsabili (e l’intervento governativo) hanno già avuto un forte impatto su alcune delle più importanti sfide a livello mondiale. Un esempio? Gli investimenti in energia rinnovabile, secondo un rapporto delle Nazioni Unite redatto nel 2012, sono cresciuti del 17% rispetto all’anno precedente: questo dimostra che un numero crescente di paesi ha tra le proprie priorità il tema dell’efficienza energetica. In futuro, l’economia globale sarà sempre più influenzata dagli aspetti sociali ed ambientali e solo chi saprà rispondere a tali sfide potrà risultare competitivo e attraente agli occhi degli investitori.

Due: L’SRI non è redditizio

Questa affermazione è assolutamente infondata. I gestori SRI operano una selezione degli emittenti che meglio rispondono alle problematiche ambientali, sociali e di buon governo di impresa e che pertanto avranno migliori performance finanziarie in futuro. Un esempio è quello di Scottish and Southern, uno dei principali produttori di energia rinnovabile nel Regno Unito, che – grazie al suo proprio approccio innovativo nei confronti delle problematiche ambientali emergenti – è oggi in grado di distribuire dividendi interessanti (6%) con un basso profilo di rischio. Anche la catena Marks & Spencer ha deciso di integrare la sostenibilità ambientale e sociale nella propria strategia di sviluppo, beneficiando di questa scelta anche a livello economico. Ad esempio, la scelta di ridurre del 20% gli imballaggi dei propri prodotti, ha contribuito a ridurre le perdite e migliorare la redditività. Gli effetti di questa scelta si percepiscono anche a livello finanziario, con una crescita del titolo superiore alla media di mercato. I gestori SRI stanno già investendo ed investiranno in imprese che, consapevolmente, si fanno carico delle proprie responsabilità: gli esempi sopra riportati dimostrano come tale scelta rappresenti un valore aggiunto sia per la società che per gli investitori.

Tre: il mercato non è ancora abbastanza maturo

Il mercato SRI non è più un mercato “di nicchia”: è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni. Le masse gestite nel Regno Unito sono aumentate da 312 milioni a 10 miliardi di sterline negli ultimi 20 anni, e questa cifra si riferisce esclusivamente al mercato retail e non a quello degli investitori istituzionali, che stanno facendo grandi passi avanti nell’adozione di questa pratica. L’SRI è diventato inoltre più sofisticato: sono tante e diverse le strategie in cui esso si sostanzia, allo scopo di tradurre al meglio le aspettative degli investitori. Inoltre, ci sono una serie di fattori sottostanti che attestano la maturità del settore. Ad esempio, le tecnologie ambientali sono molto più avanzate ed i processi più convenienti. Il National Renewable Energy Laboratory negli Stati Uniti ha pubblicato nel 2012 un rapporto, in cui afferma che il costo di tali tecnologie si potrebbero ridurre del 30-40% nel prossimo decennio.  Infine, gli stessi consumatori sono più informati e attenti alle questioni ambientali rispetto a una decina di anni fa.

Quattro: non so dove vanno a finire i miei risparmi, quindi non mi sento coinvolto

Questa preoccupazione è perfettamente comprensibile, visti i recenti avvenimenti nel settore finanziario. La crisi del 2008 ha mostrato a tutti la grande opacità dei mercati, rivelando – in certi casi – la totale assenza di un valore reale delle attività sottostanti l’investimento finanziario.
Al contrario, la trasparenza è un aspetto determinante per l’SRI, nella misura in cui esso interpreta la preoccupazione degli investitori di generare un impatto positivo a livello sociale attraverso i propri investimenti.

Cinque: non ho fiducia nei mercati finanziari

La fiducia nei mercati finanziari è oggi molto bassa, e le ragioni sono note a tutti: un sondaggio effettuato da Lloyds TSB nel 2012 ha mostrato che, nel Regno Unito, il grado di fiducia nel mercato azionario era rappresentato da un misero 29%.
Le disavventure finanziarie che si sono susseguite nel corso dell’ultimo decennio hanno influito negativamente sulle performance del mercato; tuttavia, così come la cattiva gestione finanziaria e la scarsa trasparenza hanno generato questa mancanza di fiducia, allora una maggiore responsabilità e trasparenza potranno innescare una reazione opposta.
La costruzione di un rapporto fiducia con gli investitori è parte integrante dell’investimento sostenibile e responsabile. Inoltre, l’SRI si realizza attraverso una sistematica metodologia di valutazione di imprese e istituzioni, basata su specifici aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). Varie ricerche dimostrano che tale analisi, unita a quella finanziaria, ha un impatto positivo (o, tuttalpiù, neutro) sulla performance nel lungo periodo; orizzonte che, tra l’altro, secondo le ricerche di finanza comportamentale, è centrale per la maggior parte degli investitori.

Sei: l’SRI non permette di diversificare

Quando si costruisce un portafoglio di investimento, il rischio va valutato sia nello specifico – ovvero in riferimento ad un’impresa o un titolo – ma anche in senso più ampio. Vari studi hanno dimostrato che la “regola aurea” per ridurre il rischio di investimento è diversificare.
In passato, l’SRI è stato criticato in quanto incapace di offrire questa possibilità. Oggi non è più così: l’SRI è trasversale a più asset class – tra cui azioni, obbligazioni e fondi immobiliari – e si sostanzia in varie strategie. Gli investitori responsabili possano pertanto decidere di investire in azioni e obbligazioni emesse da grandi aziende, più stabili e meno rischiose, ma anche in imprese e paesi emergenti, particolarmente interessanti dal punto di vista della sostenibilità.

Sette: non riuscirei ad investire tutto il mio patrimonio in modo sostenibile e responsabile

Anche chi, già oggi, ha scelto di investire responsabilmente difficilmente investe tutto il proprio patrimonio secondo criteri di responsabilità sociale. L’SRI oggi ancora non riesce a soddisfare completamente tutte le richieste degli investitori. Investire solo parte del proprio patrimonio in modo sostenibile e responsabile non è però una scelta sbagliata: è un primo passo. La vera sfida futura per il mercato SRI sarà diventare mainstream ed essere in grado di esercitare un maggiore impatto sulle future sfide ambientali e sociali. Più ampio sarà il mercato, maggiore sarà il cambiamento che si potrà produrre.

Otto: mi piacerebbe che i miei investimenti avessero un impatto positivo sulla società, ma trovo sia difficile se sono solo a portare avanti questa scelta

Non sei affatto solo ma sei parte di una comunità, che da nicchia sta diventando sempre più mainstream. L’SRI ha attraversato in questi anni le sue prime fasi di sviluppo ed è ora pronto a spiccare il volo. Sempre più spesso negli ultimi anni le autorità governative e i regolatori si sono espressi in favore e hanno appoggiato misure volte a favorire lo sviluppo sostenibile. Nel Regno Unito ad esempio, il governo ha supportato inziative come il “green deal” e la Green Investment Bank.
Se consideri la crescita che ha conosciuto l’SRI negli ultimi anni, non puoi far altro che considerarti parte di un’ampia comunità.

Richard Essex è un consulente finanziario indipendente presso Grayside Financial Services, specializzato in investimenti green ed SRI.  È inoltre parte del comitato direttivo dell’Ethical Investment Association (EIA), membro del Sustainable Investment Forum del Regno Unito (UKSIF) e autore del libro “Invest, Feel Good and Make a Difference”.