Un weekend dedicato alla libertà di stampa: 6 inchieste per capire l’ESG


Domani, domenica 3 maggio, sarà la Giornata Mondiale della Liberà di Stampa.
La libertà di espressione è uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 19).
Come spiega l’UNESCO, la libertà di stampa e di accesso alle informazioni contribuiscono all’empowering, cioè il processo politico e sociale volto a garantire ai cittadini gli strumenti e le possibilità per avere pieno controllo delle proprie vite.
Una stampa indipendente, libera e pluralista è fondamentale per assicurare un buon funzionamento dei sistemi democratici: gli organi d’informazione liberi, infatti, verificano che i governi siano trasparenti, che rendano conto del loro operato ai cittadini e che rispettino la legge. Inoltre, sono cruciali nel coinvolgere tutte le persone nel dibattito pubblico e nel discorso politico. La testimonianza, il racconto e la ricerca in contesti a svantaggio socio-economico costituiscono uno strumento efficace nella lotta alla povertà, il primo dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Il giornalismo ha un ruolo fondamentale nell’analisi e nella diffusione di informazioni sui temi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG): inchieste, analisi di dati, documentari e reportage contribuiscono a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, degli operatori economico-finanziari e dei governi sui problemi legati al cambiamento climatico, alle violazioni dei diritti umani e alla condotta illegale o non trasparente di aziende e investitori. Parole, immagini, video, voci, storie possono contribuire a cambiare il mondo.

In questo primo weekend di maggio vogliamo celebrare la stampa e i professionisti dell’informazione proponendovi alcune indagini giornalistiche che hanno contribuito a far luce su criticità ambientali, sociali, di tutela dei diritti umani e di cattiva condotta delle aziende.

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L’informazione ai tempi di COVID-19

Negli ultimi mesi, mentre il mondo si sta mobilitando per contrastare la diffusione del coronavirus, la stampa svolge un ruolo cruciale: come precisato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, “I giornalisti e coloro che lavorano nell’ambito dei media sono fondamentali per aiutarci a prendere delle decisioni informate. [Oggi queste decisioni] possono fare la differenza tra la vita e la morte”.
Insieme alla diffusione del virus, in queste settimane il mondo è stato infettato da una vera e propria “infodemia”, la circolazione di informazioni false, fuorvianti e inaccurate su questioni scientifico-sanitarie e su cospirazioni politiche all’origine della pandemia. “La stampa – ha scritto Guterres – fornisce l’antidoto: informazioni e analisi verificate, scientifiche e basate sui fatti”.
Secondo un report diffuso dall’UNESCO proprio in occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, 19 milioni di tweet su COVID-19 (il 50% del totale), sono stati catalogati come “contenuto manipolato” in seguito ad analisi eseguita con strumenti d’intelligenza artificiale. La libertà di esercizio della professione giornalistica è tutt’altro che un diritto acquisito: nei mesi interessati dall’emergenza sanitaria l’International Press Institute ha registrato almeno 38 casi di arresto o di divieto per gli operatori che riportavano storie sul coronavirus.

Non siamo eroi di Valerio Cataldi, dà voce ai medici in prima linea negli ospedali italiani.

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La crisi idrica di Cape Town

Scenes from a dry city” di Simon Wood e François Verster ha vinto il World Press Photo 2020 nella categoria dei video online. Il documentario ci porta in Sud Africa, a Cape Town, dove tra 2017 e 2018 la popolazione locale ha dovuto affrontare drammatici problemi legati alla scarsità d’acqua. Con la suggestiva potenza dell’immagine e del suono il racconto approfondisce le disparità sociali esacerbate dall’emergenza idrica ed espone con spietata chiarezza quali effetti può avere il cambiamento climatico sulla vita quotidiana delle persone.
Secondo le cronache più recenti la situazione a Cape Town sarebbe migliorata, ma l’attenzione sul problema ormai cronico della scarsità di risorse idriche resta elevata.

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Una minaccia invisibile per il clima: le esalazioni di metano in Texas

Questo reportage di Jonah M. Kessel e Hiroko Tabuchi del New York Times è stato realizzato sorvolando i cieli del Texas, nel bacino sedimentario del Permiano, dove si concentrano i giacimenti per l’estrazione di gas naturale. Servendosi di particolari videocamere, i reporter hanno svelato a milioni di lettori ciò che l’occhio umano non può vedere: le terribili fuoriuscite di metano dagli stabilimenti estrattivi. Il metano, componente principale del gas naturale, contribuisce ad alimentare il fenomeno dell’effetto serra: se bruciato per produrre energia elettrica, infatti, emette circa la metà in meno di anidride carbonica rispetto al carbone; liberato nell’atmosfera senza trattamento (come si vede in queste immagini) inquina ottanta volte di più nei primi vent’anni dall’emissione. Man mano che le sconcertanti fotografie si susseguono sullo schermo, apprendiamo delle pressioni esercitate dalla potente lobby petrolifera USA sul governo federale affinché alleggerisca le norme che regolamentano il monitoraggio e la gestione di queste fuoriuscite.
Qui un articolo per saperne di più sul metano

Abbiamo parlato di inquinamento atmosferico e salute nell’ultimo webinar, che potete rivedere qui.

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Morire di eroina a Cincinnati

Il video-reportage “Seven Days of Heroin: This is what an epidemic looks like”, realizzato dalla redazione del Cincinnati Enquirer, ha vinto il Premio Pulitzer nel 2018 per la cronaca locale. Attraverso crude immagini e toccanti storie raccontate direttamente dai protagonisti e dalle loro famiglie, questo scioccante video-racconto riporta ciò che a Cincinnati (Ohio) è normalità in una settimana qualunque: 180 overdosi e 18 morti a causa del consumo di eroina e altri oppiacei.
Nel 2018 più di 67.000 persone sono morte negli Stati Uniti a causa degli effetti delle overdosi da droghe e oppiacei: la concentrazione è elevatissima negli Stati del Midwest, impoveriti dalla deindustrializzazione e annichiliti a causa della crisi economica. Qui la droga si è silenziosamente insinuata nelle comunità locali devastando vite e famiglie.
Qui un podcast per saperne di più

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Battaglia contro le multinazionali del tabacco

The Insider”, un film del 1999 con Russel Crowe e Al Pacino, racconta la storia vera di Jeffrey Wigand, che dopo essere stato licenziato dalla Brown & Williamson Tobacco, un’azienda produttrice di sigarette, decide di testimoniare contro gli ex datori di lavoro, svelando l’uso di particolari sostanze chimiche che favoriscono l’assorbimento della nicotina per incrementare la dipendenza. La battaglia per ottenere giustizia coinvolge anche Lowell Bergman, cronista del programma 60 minutes, che si scontra con i poteri forti dell’emittente televisiva CBS per trasmettere un’intervista a Wigand in formato integrale (potete vederla qui…ops: spoiler!).
La storia è stata raccontata in un articolo di Marie Brenner, pubblicato su Vanity Fair nel 1996.

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Sotto controllo: la storia di Edward Snowden

No place to hide” è il libro in cui Glenn Greenwald, giornalista di The Guardian specializzato nella difesa delle libertà civili, racconta i primi contatti con Edward Snowden, un tecnico informatico deciso a svelare al mondo l’esistenza di un poderoso programma di sorveglianza di massa con cui l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale USA (National Security Agency, NSA) ha acquisito tabulati telefonici, dati personali ed e-mail di milioni di utenti in tutto il mondo. La narrazione non si concentra solo sui dettagli della notizia, ma ricostruisce in modo dettagliato e appassionante la cautela e le difficoltà che hanno preceduto la pubblicazione di un’inchiesta che ha cambiato per sempre l’approccio dell’opinione pubblica e dei governi al tema della privacy.