Mondiali 2022 in Qatar: appello ai Punti di Contatto Nazionali OCSE per le violazioni dei diritti umani


I governi dei paesi membri dell’OCSE dovrebbero lavorare insieme per fermare le violazioni dei diritti umani e le morti banche che si stanno verificando in Qatar sui cantieri allestiti in vista del Mondiali del 2022: questo è l’appello diffuso recentemente dal TUAC – il Comitato Consultivo Sindacale presso l’OCSE.
L’appello, accompagnato da un elenco puntuale delle multinazionali operanti in Qatar, è stato presentato dal TUAC al meeting annuale dei Punti di Contatto Nazionali OCSE – gli organi creati dai Governi a livello nazionale per garantire che le Linee Guida per le imprese multinazionali siano divulgate e messe in pratica nel migliore dei modi – che si è tenuto lo scorso 25 giugno a Parigi.
La segnalazione del TUAC è ulteriormente avvalorata dai dati della ricerca condotta di recente dallo studio legale internazionale DLA Piper sui lavoratori immigrati impiegati nel settore delle costruzioni, che registra più di mille morti per “malattie inspiegabili ed improvvise” avvenute negli ultimi due anni, da quando il Qatar ha dato avvio ai lavori per la Coppa.
Le vere ragioni di queste morti, afferma lo studio, sono nella gran parte dei casi taciute a causa del controverso sistema della kafala (o “sponsorizzazione”) al quale sottostanno in Qatar almeno due milioni di immigrati.
Una volta assunti, i migranti sono infatti privati del passaporto e di ogni diritto fondamentale e senza il permesso dello “sponsor” che li ha fatti arrivare non possono licenziarsi, lasciare il Paese o sporgere denuncia in caso di abusi, pena l’arresto o la deportazione.
Molte ONG, prima tra tutte Amnesty International, si sono attivate sul tema, segnalando tali abusi e chiedendo addirittura di spostare la competizione in altri Paesi, più affidabili e più sicuri.
Il TUAC ha chiesto a tutti i Punti di Contatto Nazionali di inviare un richiamo ufficiale alle imprese multinazionali operanti in Qatar, sollecitandole a rispettare i principi contenuti nella Dichiarazione dei Diritti Umani, le Norme ILO e le Linee Guida OCSE, confermando pubblicamente il proprio impegno a supportare ed affiancare i PCN su questo tema.
Il TUAC ha inoltre sollecitato i Punti di Contatto a promuovere incontri sul tema nel proprio Paese, coinvolgendo gli investitori, le multinazionali ed i sindacati.
Eventuali segnalazioni di violazioni delle Linee Guida da parte dei PCN nazionali potranno in futuro avere un effetto diretto sull’attività degli investitori, così come è stato per la multinazionale Sud-coreana POSCO, oggetto di investimento da parte di APG, gestore del fondo pensione danese, e della Banca centrale della Norvegia (per l’evoluzione della questione, si veda il sito web http://stoposco.org/take-action/).

Fonti: Responsible Investor, The Guardian