Gli investitori chiedono maggiori controlli sul possesso di armi negli USA


Cresce negli Stati Uniti la pressione politica, economica e della società civile sul settore delle armi.

Il massacro in Florida dello scorso 14 febbraio, compiuto da un diciannovenne in una scuola superiore e costato la vita a 17 persone tra ragazzi e insegnanti, ha commosso e indignato larga parte dell’opinione pubblica americana. Si è così aperto un acceso dibattito sulla regolazione del possesso di armi da fuoco, che ha spinto numerose aziende e organizzazioni della società civile a richiedere maggiori controlli da parte di autorità e imprese del settore.

Anche la finanza non ha tardato a far sentire la sua voce, sia sul fronte delle politiche d’investimento, sia sull’offerta dei servizi.
BlackRock e State Street hanno avviato iniziative di engagement con le principali società investite che producono e vendono armi a uso civile: alle imprese del settore è stato chiesto quali misure sono state introdotte per vigilare su un impiego sicuro e responsabile dei prodotti. In particolare, tra i colossi USA interpellati figurano i produttori American Outdoor Brands e Sturm Ruger e la catena di distribuzione Dick’s Sporting Goods.

Altri operatori finanziari hanno preso posizione nei confronti della National Rifle Association (NRA), l’ONG che promuove il diritto al possesso di armi a uso civile. Per esempio, la First National Bank of Omaha non produrrà più le carte di credito marchiate NRA, che offrono diversi servizi vantaggiosi agli associati, come sconti o promozioni in negozi convenzionati; la compagnia assicurativa MetLife ha interrotto il programma di agevolazioni sulle polizze per moto, barche e camper riservato agli aderenti NRA.

Alcune imprese attive nel settore delle armi hanno risposto positivamente alle crescenti pressioni della società civile: la catena al dettaglio Dick’s Sporting Goods ha annunciato che porrà fine alla distribuzione di fucili d’assalto e che vieterà la vendita di armi ai minori di 21 anni.  Quest’ultimo vincolo è stato adottato anche nei supermercati Walmart e Kroger.

Neppure Washington è rimasta insensibile all’appello: il Presidente Donald Trump ha aperto alla possibilità di una proposta di legge per intensificare i controlli sui possessori di armi e porre limiti per alcune categorie di cittadini, come i più giovani o chi soffre di disturbi psichici. Inoltre, è notizia di ieri che la Florida ha approvato una nuova legge con diverse misure per contrastare la violenza delle armi da fuoco.

Tuttavia, la questione rimane complessa e controversa. Infatti, negli Stati Uniti il diritto al possesso di armi da fuoco è previsto nel Secondo Emendamento della Costituzione: per molti politici e cittadini costituisce quindi una delle libertà fondamentali dell’individuo, come sottolineato di recente dal CEO della NRA Wayne LaPierre. Inoltre, ogni iniziativa legislativa viene contrastata con vigore dalle lobby pro-armi, che godono di ampia influenza sul Senato e sul Congresso attraverso i generosi finanziamenti con cui sostengono l’elezione di molti deputati.

Se un accordo politico pare ancora lontano, la finanza sostenibile può svolgere un ruolo chiave. Come? Anzitutto sensibilizzando i dirigenti delle società del settore su queste tematiche, e poi orientando i propri capitali verso società che dimostrano di adottare buone pratiche di responsabilità sociale.