Cresce l’attenzione alla sostenibilità dei piani previdenziali, che in misura crescente includono i criteri ESG nelle loro strategie scelte di investimento. Questi temi saranno al centro di due eventi il 6 e 7 novembre a Roma, durante le Settimane SRI di quest’anno, nell’ambito delle Giornate degli Investitori Istituzionali. Il primo evento, organizzato da Assofondipensione, approfondirà la politica di voto coordinato dell’associazione, socia del Forum per la Finanza Sostenibile. Il giorno successivo sarà invece presentata la 10° edizione della ricerca “Gli investimenti sostenibili degli investitori previdenziali italiani”, realizzata dal Forum in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional.
Pubblichiamo con l’occasione un’intervista a Valeria Picchio, componente del Consiglio direttivo di Assofondipensione, dedicata proprio all’iniziativa del voto coordinato e più in generale al tema dell’importanza della sostenibilità per gli operatori previdenziali.
Come nasce il progetto diritto di voto di Assofondipensione?
Il progetto nasce da sensibilità che sono cresciute nei fondi soci e nell’Associazione nel corso del tempo rispetto alla possibilità di essere più attivi sulle tematiche di sostenibilità, in considerazione della natura dei fondi negoziali che sono associazioni promosse dalla contrattazione collettiva. Questa sensibilità, da un lato si è concretizzata con una maggiore attenzione agli investimenti ESG anche grazie ai progetti che ha promosso l’Associazione, dall’altro cresceva l’interesse a misurarsi come azionisti attivi sia nelle attività di engagement e dialogo sia nell’esercizio del voto nelle assemblee delle società dove i fondi pensione sono azionisti. È stato un percorso lento ma progressivo, nel quale è stato molto importante il confronto nei tavoli di lavoro del Forum della Finanza sostenibile e di Mefop, così come la partecipazione alla Sustainability Week di Borsa Italiana. Decisivo è stato poi trovare in Frontis Governance, il proxy advisor che ci supporta, un interlocutore disponibile ad ascoltare le specifiche esigenze dei fondi pensione. L’entrata in vigore della direttiva SHR II ha sicuramente accelerato il processo negli ultimi anni. Inoltre, fondamentale è stato il lavoro di formazione svolto dall’Associazione per i consigli di amministrazione e le strutture dei fondi soci con l’obiettivo di far comprendere il valore dell’azionariato consapevole e attivo per investitori istituzionali come i fondi pensione e le complesse procedure di voto.
Quali sono state le maggiori criticità emerse durante il primo anno di operatività del progetto?
Sicuramente si tratta di un progetto complesso, per il quale si è lavorato sulla condivisione delle linee guida e cioè dei principi sui quali votare e della politica di voto, vale a dire le procedure, anche per consentire economie di scala. Per altro verso è stato molto importante prestare attenzione alle diverse sensibilità espresse dalle parti sociali che siedono nei diversi consigli di amministrazione. I fondi pensione possono somigliarsi ma in realtà sono tra loro molto diversi, quindi il primo problema da affrontare è stato costruire un modello, anche operativo, che fosse allo stesso tempo condiviso ma flessibile. È stato inoltre necessario confrontarsi con le differenti procedure non solo dei fondi pensione ma anche delle banche depositarie, che rivestono un ruolo rilevante nell’esercizio del voto.
Perché è importante votare “insieme” sulle tematiche ESG?
Il valore aggiunto del “votare insieme” si può sinterizzare in quattro punti: minori costi per il singolo fondo poiché si condividono i costi degli advisors e delle analisi assembleari, maggiore efficienza nei processi, maggiore impatto del voto e delle attività di engagement perché insieme si è più forti, crescita delle competenze interne e condivisione delle esperienze.
A che punto siamo oggi?
Il progetto diritto di voto dal punto di vista operativo è partito a febbraio 2024. Hanno partecipato a questo primo anno ben tredici fondi pensione soci, con i quali abbiamo elaborato insieme le linee guida e la politica di voto. Al 5 novembre 2024, sono stati trasmessi i voti in 95 assemblee, mentre le ultime due 2 assemblee previste per quest’anno si terranno proprio nei prossimi giorni: 8 novembre e 13 novembre. Di queste, novanta sono state assemblee annuali e cinque assemblee straordinarie. Per un totale di 91 società coperte nel perimetro da noi individuato (Unione Europea più Gran Bretagna), delle quali 10 italiane. In totale contiamo 1.717 risoluzioni votate, di cui 8 proposte da azionisti alternative o in contrasto al Board. In 69 assemblee (73%) è stato indicato almeno un voto contrario.
Quali prospettive per il futuro?
Per il futuro auspichiamo che il numero dei fondi pensione aderenti al progetto aumenti ancora perché questo primo anno, che possiamo definire sperimentale, ci ha dimostrato quanto sia valido ed efficace. Il nostro voto coordinato ad oggi è un unicum nel panorama europeo, un modello a cui guardare. E stiamo lavoriamo ancora per ampliare le tematiche sociali e ambientali nelle quali esprimerci ed estendere il perimetro del voto ai mercati extraeuropei. Con questo progetto possiamo portare l’impegno collettivo a un livello politico più alto, democratico e condiviso. Il nostro obiettivo è infatti anche quello di democratizzare il diritto di voto rendendo possibile questa attività anche ai fondi più piccoli, quelli con patrimoni più limitati, permettendo loro di diventare protagonisti attivi della politica di voto e non meri fruitori passivi di un servizio i cui profili siano disegnati da altri. In questo senso, il voto coordinato di Assofondipensione si propone quindi come volano innovativo di democrazia economica, partecipazione e sostenibilità.