
Tra il 2000 e il 2019 la produzione di plastica è raddoppiata, passando da 234mila a 460mila tonnellate, e sono più che raddoppiati i rifiuti plastici. Una cattiva notizia da diversi punti di vista: essendo prodotta con materie prime fossili, infatti, la plastica ha pesanti impatti sul cambiamento climatico e risulta all’origine di una vera e propria crisi ambientale e sanitaria.
Oggi, la gestione dei rifiuti plastici non è virtuosa: a livello globale, solo il 9% viene riciclato, mentre il 50% va in discarica, il 19% viene incenerito e il 22% viene disperso nell’ambiente. Proprio queste plastiche disperse sulla terraferma finiscono nei mari attraverso fiumi e venti: sono le macroplastiche, a cui si aggiungono le microplastiche, cioè quei frammenti solitamente inferiori a 5 mm, che si generano da scarti di dimensioni più grandi, dall’attrito degli pneumatici sull’asfalto e dal lavaggio di capi in fibre sintetiche.
Quelli marini sono gli ecosistemi dove la plastica ha gli effetti più devastanti. L’inquinamento causato da questi rifiuti nei mari è molto ingente – è visibile solo in piccola parte, mentre il grosso si trova nei fondali – e causa la morte di 100mila mammiferi marini all’anno, che scambiano gli scarti per cibo, finendo avvelenati o soffocati.
A dicembre 2024, il tentativo di raggiungere un accordo per un trattato contro l’inquinamento da plastica durante i negoziati a Busan, in Corea del Sud, si è concluso con un fallimento. È infatti naufragata la proposta di introdurre una riduzione obbligatoria della produzione di plastica. Si guarda adesso alle tappe future: i prossimi negoziati si terranno ad agosto 2025 a Ginevra, in Svizzera.
La finanza sostenibile può rappresentare in questo quadro un importante volano di cambiamento, attraverso l’engagement e la de-plastificazione dei portafogli. Gli investitori possono infatti dare il proprio contributo attraverso diverse azioni: approfondire gli impatti generati dai prodotti in plastica delle aziende investite lungo la catena del valore, aumentare la consapevolezza delle emittenti sul tema, misurare gli impatti del portafoglio sulla biodiversità, proporre soluzioni finanziarie per le alternative alla plastica. Rispetto a questo tema, gli investitori, a monte delle loro scelte, dovrebbero valutare i rischi legati all’inquinamento, e quelli legali, reputazionali e connessi al cambiamento normativo. Ofi Invest Asset Management ha avviato sul tema nel 2020 un’iniziativa di engagement di due anni con 19 aziende, da cui è emerso che c’è ancora molto lavoro da fare per vedere azioni efficaci di riduzione della plastica.
Questi e altri temi sono stati al centro del webinar “Emergenza plastica: come la finanza sostenibile può guidare il cambiamento”, organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Ofi Invest Asset Management. Qui sono disponibili il video e i materiali dell’incontro.