Il protocollo di Kyoto, che fa seguito alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è uno dei più importanti strumenti giuridici internazionali volti a fronteggiare il problema del cambiamento climatico.
Il trattato, di natura volontaria, è stato sottoscritto l’11 dicembre 1997 durante la Conferenza delle parti di Kyoto (la COP3) ma è entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005 grazie dalla ratifica del Protocollo da parte della Russia (che era avvenuta nel precedente Novembre 2004). Infatti, perché il trattato potesse entrare in vigore era necessario che venisse ratificato da non meno di 55 Nazioni, e che queste stesse Nazioni firmatarie complessivamente rappresentassero non meno del 55% delle emissioni serra globali di origine antropica: un obiettivo raggiunto proprio grazie alla sottoscrizione Russa.
Il Protocollo di Kyoto impegna i Paesi sottoscrittori ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra (i gas climalteranti, che riscaldano il clima terrestre) rispetto ai propri livelli di emissione del 1990, in percentuale diversa da Stato a Stato.
Per fare questo i Paesi sottoscrittori sono tenuti a realizzare un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad effetto serra (l’ “Inventario Nazionale delle emissioni e degli assorbimenti dei gas a effetto serra”), da aggiornare annualmente, e a definire insieme le misure per la riduzione delle emissioni stesse.
La conferenza di Doha di dicembre 2012 ha deliberato la proroga del Protocollo e l’approvazione di un suo secondo periodo di adempimento (Kyoto 2) ponendo come nuovo obiettivo per la riduzione delle emissioni l’anno 2020.
Per approfondire:
Il Protocollo di Kyoto – documento integrale in inglese