Primavera 2017: fari puntati sul climate change


È  un maggio “caldo” per il clima … e non solo per le temperature in aumento.

Questo mese, infatti, accanto agli importanti appuntamenti in agenda per la comunità internazionale in tema di lotta al cambiamento climatico, il movimento globale per il disinvestimento dal settore dei combustibili fossili (petrolio, carbone e gas) ha subito una vigorosa accelerazione, anche grazie al crescente attivismo del mondo cattolico.

A livello diplomatico, in particolare, i negoziati della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici dell’ONU (UNFCCC), svoltisi a Bonn tra l’8 e il 18 maggio,  hanno riunito i rappresentanti di 200 Paesi per discutere di aspetti tecnici riguardanti l’implementazione dell’Accordo di Parigi, che ha fissato a 2° il limite per l’aumento medio della temperatura mondiale entro il 2020.  È inoltre in programma per il 10-12 giugno a Bologna il G7 sull’ambiente, dove i Ministri di sette potenze mondiali si confronteranno sugli impegni presi alla Cop21 – la Conferenza di Parigi sul clima del dicembre 2015 – sull’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile e sulle prospettive dell’economia circolare

Tante le iniziative promosse sul fronte del disinvestimento dai combustibili fossili. Tra il 5 e il 13 maggio l’ONG 350.org ha promosso la Global Divestment Mobilisation, una dieci giorni di eventi organizzati in una quarantina di Paesi in tutto il mondo per sensibilizzare opinione pubblica e investitori istituzionali sull’urgenza del progressivo abbandono delle fonti fossili e della transizione verso un’economia low-carbon.

Tra i principali protagonisti di questa nuova spinta al divestment troviamo le organizzazioni cattoliche: è notizia dei giorni scorsi che nove fra diocesi, ordini religiosi e comunità monastiche di Regno Unito, Italia e Stati Uniti hanno dichiarato l’intenzione di disinvestire i propri portafogli dall’industria delle fonti fossili.

Con quest’ultimo annuncio sale quindi a 27 il numero delle organizzazioni cattoliche di tutto il mondo che, sulla scia dell’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco, hanno aderito alla campagna internazionale di disinvestimento. Tra i nuovi sottoscrittori del nostro Paese, la diocesi di Pescara risulta la prima in Italia ad aderire al movimento; all’organizzazione abruzzese si sono uniti i Gesuiti – seconda provincia dell’ordine dopo quella canadese ad aver manifestato l’intenzione di disinvestire dall’industria dei combustibili fossili – la Comunità monastica di Siloe in provincia di Grosseto, la Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita e la testata “Il Dialogo”.

Sempre per quanto riguarda il crescente attivismo del mondo cattolico, il prossimo 8 giugno FOCSIV (la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) insieme con la diocesi di Bologna e la Conferenza Episcopale Italiana organizzerà una conferenza dal titolo “Laudato Sì per la transizione energetica e una finanza sostenibile: l’impegno cattolico e degli uomini di buona volontà per promuovere l’ecologia integrale”. Scopo dell’iniziativa è riunire esponenti del settore finanziario e rappresentanti dell’universo cattolico per promuovere iniziative concrete di cambiamento in tema di efficientamento energetico e di scelte finanziarie etiche.

Tra i relatori interverrà anche Francesco Bicciato, Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, che approfondirà il ruolo fondamentale della finanza SRI nel favorire  la transizione verso strategie di investimento in grado di ridurre il livello di emissioni dei portafogli. In particolare, il Segretario Generale sottolineerà l’importanza di associare azioni “escludenti”, come il disinvestimento, a strategie “attive” quali l’engagement – ossia il dialogo con le imprese investite su temi ambientali – e la riallocazione, ovvero la sostituzione dei titoli ad alta intensità di carbonio con altri a minor impatto ambientale.

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