Investire per il clima: come orientarsi e fare scelte consapevoli

Come capire il collegamento tra finanza e clima, cosa valutare per riconoscere le aziende sostenibili, a chi rivolgersi per investire in modo positivo per il clima

 

1. Perché la crisi climatica è una minaccia per la stabilità del sistema finanziario globale?

Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sono sempre più profondi, con danni consistenti ad abitazioni, infrastrutture e mezzi di produzione. Famiglie, enti pubblici e imprese si trovano a dover destinare risorse finanziarie per interventi di adattamento ai cambiamenti climatici e per far fronte ai danni derivanti dagli eventi atmosferici estremi legati alla crisi climatica. Questi effetti (per esempio, alluvioni, inondazioni, siccità prolungata) possono interrompere numerose attività di imprese e famiglie, aumentando la loro vulnerabilità finanziaria. Allo stesso tempo, il valore dei beni offerti a garanzia per ottenere credito può risultare ridotto. Qualora questi eventi si verificassero in numero rilevante, ciò potrebbe minacciare la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. Altri rischi sono connessi ai possibili effetti del processo di transizione, se non gestito adeguatamente. Nel settore energetico, per esempio, l’eliminazione delle fonti fossili in favore delle rinnovabili dovrà essere accompagnato da misure occupazionali e di riqualificazione professionale dei lavoratori per scongiurare impatti sociali negativi e l’aumento delle disuguaglianze.

 

2. Che collegamento c’è tra finanza e clima?

Il clima sta cambiando e si verificano con frequenza sempre maggiore fenomeni meteorologici estremi, come alluvioni o lunghi periodi di siccità, che incidono su quantità e qualità delle produzioni agricole e aumentano le probabilità di incendi. Questi eventi condizionano profondamente l’economia e il benessere dei cittadini, con ricadute dirette anche in ambito finanziario. In generale, gli investimenti sostenibili garantiscono migliori rendimenti grazie a un’approfondita analisi dei rischi ambientali e sociali e alla scelta di  aziende con risultati positivi in questi ambiti, come quelle che propongono soluzioni climatiche.

 

3. Cosa si intende per “greenwashing”?

La parola inglese “greenwashing” indica pratiche di marketing ingannevoli utilizzate da alcune imprese. Queste pratiche consistono nel dichiarare impegni e azioni con benefici ambientali, che non trovano però riscontro nella realtà. L’obiettivo è quello di migliorare la reputazione dell’azienda e accrescerne i ricavi approfittando della buona fede dei consumatori. Quindi attenzione, non è tutto oro, anzi verde, ciò che luccica! Allo stesso modo, accade che si faccia pubblicità ingannevole per promuovere un falso impegno in ambito sociale. In questo caso, si parla di “socialwashing”.

 

4. Come si fa a capire se un’impresa è realmente sostenibile o se utilizza dichiarazioni ambientali solo a fini di marketing?

Non è sempre facile capire se un’impresa è realmente sostenibile, oppure se adotta solo strategie commerciali. Prima di investire in un’azienda, è opportuno verificarne la sostenibilità attraverso ricerche approfondite, o rivolgendosi al proprio consulente. In generale, le imprese realmente sostenibili forniscono informazioni chiare e trasparenti e spesso si avvalgono di certificazioni di soggetti terzi che ne garantiscano la sostenibilità. Si può inoltre verificare se l’impresa rispetta leggi e standard internazionali controllando se ha ricevuto multe o sanzioni, oppure se rispetta le norme sulla sicurezza sul lavoro. Si può altresì approfondire come l’azienda si inserisce nel contesto sociale e l’impatto che genera sul territorio. Esistono infine società di rating di sostenibilità che si occupano di valutare le imprese attraverso un’analisi approfondita degli aspetti ESG (dall’inglese, Environmental, Social and Governance).

 

5. È possibile investire i propri risparmi in imprese con un impatto positivo sull’ambiente?

Certamente è possibile sottoscrivere prodotti di risparmio e investimento che integrano i criteri ESG nei processi di analisi e selezione delle aziende. Una delle strategie utilizzate è lo screening positivo, ovvero la scelta di imprese virtuose dal punto di vista ambientale e/o sociale. È possibile anche applicare uno screening negativo, ovvero escludere le imprese che non rispettano gli standard di sostenibilità o che operano in settori controversi (per esempio tabacco, armi, pornografia). Un’altra efficace strategia applicata ai prodotti di investimento sostenibile è l’azionariato attivo, che si concretizza nel potere di influenza degli investitori attraverso l’esercizio dei diritti collegati alla partecipazione al capitale azionario delle imprese.

 

6. Quali azioni ha intrapreso il legislatore per favorire gli investimenti sostenibili?

Il legislatore negli ultimi anni è stato molto attivo nel cercare di favorire gli investimenti sostenibili, ad esempio individuando criteri univoci per identificare le attività economiche che contribuiscono agli obiettivi di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico. Nello specifico, sono state introdotte norme che favoriscono un’informativa chiara e trasparente in merito all’integrazione dei rischi di sostenibilità nei processi di investimento e nell’attività di consulenza. Si è anche stabilito che i consulenti chiedano sempre ai clienti, nel momento della profilazione iniziale, di indicare le proprie preferenze in materia di sostenibilità. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) include una missione dedicata alla Rivoluzione verde e Transizione ecologica, che mira a concentrare gli investimenti in progetti di decarbonizzazione e digitalizzazione. Alcuni esempi sono la produzione di energia da fonti rinnovabili, le attività di ricerca e innovazione, il trasporto pubblico a ridotte emissioni, la gestione efficiente dei rifiuti e delle risorse idriche.

 

7. A chi ci si può rivolgere per valutare come investire i propri risparmi in modo positivo per l’ambiente e per il clima?

Occorre rivolgersi a un professionista, per esempio il consulente finanziario, che abbia conoscenze e competenze adeguate e che possa valutare attentamente i bisogni e le esigenze del cliente. Dopo una profilazione iniziale, il consulente può selezionare i prodotti finanziari che rispettano i criteri di sostenibilità, in quanto investono in imprese che generano impatti ambientali e sociali positivi.

 

8. Come si può capire se il consulente finanziario a cui ci si rivolge tiene in considerazione le esigenze di sostenibilità dei clienti?

Il consulente, prima di proporre un qualsiasi servizio o prodotto di investimento, deve effettuare una valutazione degli obiettivi di investimento del cliente e delle sue preferenze, anche in materia di rischio, e deve comprendere quali sono le finalità per cui il cliente vuole accedere agli investimenti. Il consulente deve anche capire quali sono i servizi, operazioni e strumenti finanziari con i quali il cliente ha dimestichezza. Gli obiettivi di sostenibilità del cliente vengono realmente tenuti in considerazione se nella valutazione iniziale il consulente pone domande specifiche sulle preferenze in materia ambientale e sociale e se le proposte di investimento rispondono alle esigenze dell’investitore. Occorre inoltre tener presente che le necessità del cliente possono cambiare nel tempo. Per questo, nella fase di monitoraggio dell’investimento, il consulente deve valutare se le esigenze si sono modificate e se l’investimento resta allineato ai bisogni del cliente.

 

9. Come si può verificare se il consulente a cui ci si rivolge ha le conoscenze adeguate per sostenere le proprie scelte di investimento?

Il modo migliore è porre al consulente domande mirate sul suo percorso, per esempio chiedendogli se ha frequentato dei corsi ad hoc, se ha delle certificazioni che comprovino le sue conoscenze, se ha tra i suoi clienti altri investitori che hanno optato per scelte sostenibili. Se il consulente ha le conoscenze necessarie, in tutta probabilità nel momento della valutazione iniziale delle esigenze di investimento farà domande specifiche sulla predisposizione del cliente a investire in prodotti sostenibili e spiegherà nel dettaglio le soluzioni più adeguate.

 

10. Oltre a valutare un investimento sostenibile, quale contributo posso dare all’ambiente e al miglioramento delle condizioni sociali del Paese?

Occorre modificare il proprio stile di vita partendo dalle azioni quotidiane, prestando attenzione ai consumi energetici e idrici, ai mezzi di trasporto utilizzati, alle scelte alimentari e di abbigliamento, alla riduzione e riciclo dei rifiuti e al proprio comportamento sociale. Uno stile di vita virtuoso può condizionare positivamente chi ci circonda, divenendo un esempio positivo da seguire. Inoltre, se la nostra esperienza di investimento è stata soddisfacente si può suggerire ad altre persone di rivolgersi a un consulente finanziario per investire i propri risparmi a tutela dell’ambiente o con un’attenzione specifica ai temi sociali.

 

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