ONU: “Il mondo rischia un apartheid climatico”


Il mondo è sempre più esposto al rischio di un “apartheid climatico”, in cui le fasce più vulnerabili della popolazione non avranno mezzi per sfuggire alle conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico e solo i più ricchi potranno ricorrere a strategie di adattamento.

È quanto dichiara Philip Alston, inviato speciale delle Nazioni Unite su povertà estrema e diritti umani, in un report pubblicato il 27 giugno.

Secondo l’esperto, i Paesi in via di sviluppo sopporteranno circa il 75% dei costi della crisi climatica, sebbene la metà più povera della popolazione mondiale sia responsabile di appena il 10% delle emissioni di CO2.

Il cambiamento climatico “potrebbe condurre oltre 120 milioni di persone in più in povertà entro il 2030”, annullando tutti i progressi compiuti negli ultimi 50 anni in ambito di miglioramento delle condizioni di vita sul pianeta.

Il report dell’ONU evidenzia la forte connessione tra aspetti ambientali e sociali legata agli impatti del cambiamento climatico: per essere efficaci, le strategie d’investimento che integrano i criteri di sostenibilità devono tenere conto di rischi e impatti in ciascuna delle tre dimensioni ESG.