Il rapporto Fiduciary duty in the 21st century, appena pubblicato da United Nations Global Compact, UNEP Finance Initiative e PRI, sottolinea l’importanza di includere gli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) nel dovere fiduciario.
Per “fiduciary duty” s’intende l’insieme degli obblighi dei soggetti che amministrano un patrimonio di altri, nel loro interesse. Tra i doveri principali rientrano:
- Lealtà: i fiduciari dovrebbero agire in buona fede negli interessi dei beneficiari, mediando in modo imparziale tra i diversi interessi di questi ultimi, senza operare nell’interesse proprio o di una terza parte.
- Prudenza: i fiduciari dovrebbero agire con cura, competenza e coscienziosità.
A partire da analisi, interviste e casi studio relativi a otto mercati (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Brasile, Australia, Giappone e Sudafrica), gli autori del rapporto mostrano come il dovere fiduciario sia stato e sia tuttora citato tra le ragioni che portano gestori, consulenti e investitori istituzionali a non integrare i fattori ESG nelle decisioni di investimento. Lo studio evidenzia che, soprattutto negli Stati Uniti, sono ancora troppo frequenti i casi di avvocati e consulenti che considerano il dovere fiduciario in termini esclusivamente finanziari.
Tra gli ostacoli da superare per diffondere una gestione più responsabile dei patrimoni figurano le insufficienti informazioni rispetto alle modalità in cui i gestori possono tener conto degli aspetti ESG e la tendenza degli asset owner a privilegiare le performance finanziarie nel breve periodo.
Il rapporto suggerisce che tutti gli attori coinvolti nel processo di investimento integrino considerazioni di tipo ambientale, sociale e di governance: pertanto, è fondamentale che anche le imprese aumentino il loro livello di trasparenza, fornendo informazioni dettagliate sulla gestione dei rischi e opportunità ESG, anche dal punto di vista delle ripercussioni finanziarie.
Infine, il rapporto auspica che regolatori e politici chiariscano che il dovere fiduciario implica anche l’integrazione degli aspetti ESG nei processi di investimento, così come nelle attività di engagement e nelle politiche di voto. I regolatori dovrebbero inoltre armonizzare le normative nazionali in un’ottica di investimento di lungo periodo, promuovendo anche accordi internazionali sulla definizione dei doveri dei fiduciari, che dovrebbero includere informazioni e rendicontazioni più trasparenti sui temi ESG.
Il rapporto completo è scaricabile qui.