Negli ultimi mesi diversi eventi fuori dall’ordinario hanno avuto importanti ricadute sull’andamento delle borse mondiali: dai vastissimi incendi in Australia alle manifestazioni di massa in Francia per la riforma delle pensioni, fino alla più recente diffusione del virus COVID-19, che sta ormai interessando il mondo intero.
Ma qual è il legame tra la cosiddetta economia reale, il valore dei titoli quotati e il conseguente andamento degli indici di borsa?
Prendendo come esempio azioni e obbligazioni, il prezzo di scambio in borsa – che solitamente differisce dal valore nominale* – viene fissato in base alle richieste di acquisto pervenute e alla quantità di titoli a disposizione. In generale, il prezzo di scambio è strettamente legato a variabili economiche (es. il valore intrinseco dei beni materiali o immateriali di un’azienda quotata, il suo rendimento o quello del settore cui essa appartiene) o ai cosiddetti “fondamentali”, cioè le variabili economiche che definiscono lo stato di salute di un mercato o di un sistema economico nel suo complesso (PIL, inflazione, disoccupazione, tasso di cambio etc). Allo stesso tempo, il prezzo di scambio è correlato con la liquidità del mercato finanziario in un determinato momento**.
Non mancano però casi in cui l’andamento dell’economia reale e quello degli indici di borsa hanno preso direzioni divergenti, se non opposte. Ne sono esempio i recenti incendi in Australia e la crisi sociale che ha segnato la Francia nell’ultimo anno. Nonostante le pesanti ricadute che questi eventi hanno avuto sull’economia reale dei due paesi, l’andamento dei prezzi di scambio dei titoli nelle rispettive borse non sembra averne risentito. Infatti, a fronte della devastazione legata agli incendi, alla gravissima perdita di biodiversità e all’impatto distruttivo sugli ecosistemi (in Australia), o al blocco totale dei trasporti e di molti servizi di pubblica sicurezza (in Francia), gli indici azionari e obbligazionari hanno segnato risultati più che positivi.
Come si spiega questo scostamento? Una delle cause può essere individuata nei criteri per la selezione dei titoli da inserire negli indici azionari e obbligazionari: infatti, nell’impostazione finanziaria tuttora dominante viene data priorità al binomio rischio/rendimento, indipendentemente dagli impatti generati dalle aziende investite in termini ambientali e sociali, prediligendo così aziende capaci di produrre ricchezza nel breve periodo senza prestare la dovuta attenzione ai fondamentali, alla strategia d’impresa e alla creazione di valore nel medio-lungo termine.
Il risultato di questo meccanismo di selezione è la creazione di indici “gonfiati” da volumi finanziari ingenti, grazie all’attrattiva di quello che sembra un investimento sicuro e redditizio nel breve periodo, dal punto di vista strettamente finanziario, ma che spesso ignora le potenziali ricadute negative nel medio-lungo periodo, in termini economici oltre che ambientali e sociali.
Gli investitori attenti ai temi di sostenibilità, al contrario, si caratterizzano per la capacità di analizzare i titoli in cui investire all’interno di un orizzonte temporale più ampio, tenendo conto anche degli aspetti ambientali, sociali e di governance: tali elementi – come dimostrato da numerose ricerche accademiche e di mercato – sono sempre più rilevanti dal punto di vista economico e finanziario in termini sia di rischi sia di opportunità. Tale impostazione candida quindi la finanza sostenibile come uno strumento fondamentale per la riduzione delle divergenze tra economia reale e mercati finanziari.
* Per le azioni è la frazione di capitale sociale rappresentata da un’azione. Per le obbligazioni è l’importo su cui si calcolano gli interessi. Fonte: Borsa Italiana – Glossario finanziario: https://bit.ly/2WQJ6cp
** Un mercato finanziario si definisce “liquido” quando è caratterizzato da una buona stabilità e da un elevato volume di contrattazioni, che permettono di trasformare uno strumento finanziario in moneta– facilmente e in tempi brevi – a condizioni economiche favorevoli (cioè a un prezzo che non si discosta da quello corrente).