Giornata Mondiale dell’Ambiente: è tempo per la natura, anche in finanza!


Oggi, 5 giugno, è la Giornata Mondiale dell’Ambiente.

La ricorrenza, celebrata per la prima volta nel 1974, promuove l’organizzazione di eventi e di iniziative per sensibilizzare la società civile e i governi di tutto il pianeta sull’importanza e sull’urgenza di proteggere l’ambiente.

La giornata è stata introdotta nel 1972 dalle Nazioni Unite a seguito della Conferenza sull’Ambiente Umano che si era svolta a Stoccolma dal 5 al 16 giugno dello stesso anno. Si trattava del primo grande summit internazionale sui temi ambientali e l’obiettivo era adottare una prospettiva comune per proteggere e valorizzare i contesti naturali in cui gli esseri umani vivono. Dopo la Conferenza di Stoccolma le Nazioni Unite adottarono una risoluzione per costituire l’UNEP, il Programma per l’Ambiente (United Nations Environment Program).

Quest’anno la giornata è dedicata alla biodiversità, un tema che ha assunto una rilevanza particolare nei primi mesi del 2020, quando la diffusione della pandemia COVID-19 ha dimostrato la profonda connessione tra ambiente, fauna ed esseri umani, lanciando un campanello d’allarme sulle criticità associate alla sistematica alterazione degli equilibri naturali causata dalle attività umane. “Per prenderci cura degli esseri umani dobbiamo prenderci cura della natura”, ha dichiarato Antonio Guterres, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, lanciando ufficialmente lo slogan della Giornata Mondiale “It’s Time for Nature” (È il Tempo per la Natura).

A partire dall’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite la finanza sostenibile ha registrato una crescita costante e progressiva a livello mondiale, europeo e italiano. Gli investitori sono sempre più interessati a integrare criteri di sostenibilità, soprattutto ambientale, nelle politiche e nelle strategie d’investimento. Ecco alcuni dati e informazioni interessanti.

 

Quanto vale la finanza climatica nel mondo?

Con l’espressione finanza climatica indichiamo gli investimenti pubblici e privati in progetti volti a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, oppure ad adottare soluzioni di adattamento per le conseguenze che non è più possibile evitare. Tra 2017 e 2018 la finanza climatica ha raggiunto in media i $579 miliardi a livello globale, in crescita del 25% rispetto al biennio 2015-2016. (Fonte: Climate Finance Initiative)

 

Quanti green bond?

Nel 2019 sono stati emessi green bond per un valore complessivo di $257,5 miliardi, in crescita del 51% rispetto all’anno precedente. L’Europa guida il mercato con $116,7 di emissioni nel 2019 (49% del valore globale); l’Italia è al decimo posto. (Fonte: Climate Bonds Initiative).

 

Banche centrali e autorità di vigilanza in azione

Dal 2017 è operativo e in rapida espansione il Network for Greening the Financial System, una rete di banche centrali e altre autorità di vigilanza che si propone di valorizzare le buone pratiche e di approfondire l’analisi sulla gestione dei rischi climatici da parte dell’industria finanziaria. Di recente il network, di cui fa parte anche la Banca d’Italia, ha pubblicato due report per supportare gli istituti bancari nella gestione dei rischi climatici e ambientali.

 

La collaborazione tra Nazioni Unite e finanza

Nel 1992, all’indomani del Summit della Terra di Rio De Janeiro – la grande conferenza mondiale delle Nazioni Unite dedicata ai temi ambientali – è nata UNEP-FI, una partnership tra l’UNEP e soggetti del settore finanziario di tutto il pianeta che si pone l’obiettivo di incrementare gli investimenti in progetti a impatto ambientale positivo. A febbraio del 2016 l’UNEP ha lanciato “Inquiry: Design of a Sustainable Financial System”: l’iniziativa ha portato all’attivazione di otto tavoli di lavoro tematici, a cui hanno preso parte gli attori chiave del settore finanziario italiano (tra cui il Forum per la Finanza Sostenibile) attraverso il Dialogo Italiano sulla Finanza Sostenibile (qui trovate maggiori informazioni e il report finale dell’iniziativa).

 

L’Azione dell’Unione Europea

L’Unione Europea ha posto la sostenibilità ambientale e sociale al centro delle proprie politiche. In particolare, la Commissione Europea sostiene la transizione verso un modello di sviluppo economico circolare, a bassa concentrazione di carbonio e improntato all’efficienza energetica. Allo scopo di orientare il mercato dei capitali verso il finanziamento di attività economiche che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali al 2030, a marzo del 2018 la Commissione Europea ha pubblicato il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile. Dopo due anni di lavori, ad aprile del 2020 la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica per aggiornare la strategia sulla finanza sostenibile. Il 27 maggio la Commissione UE ha lanciato Next Generation EU, un piano di rilancio dell’economia dopo l’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia COVID-19. Il piano si basa sulla transizione verde e digitale e prevede che tutti gli Investimenti pubblici siano vincolati al principio del “do no harm” (vale a dire che non devono arrecare danni all’ambiente). Inoltre, gli investimenti privati dovranno basarsi sulla tassonomia europea delle attività eco-compatibili, una classificazione delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.