Giornata mondiale dell’acqua 2022: i rischi di inquinamento legati all’estrazione di “terre rare”


Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite con lo scopo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza delle risorse idriche e sugli sforzi necessari per raggiungere il sesto dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), che prevede acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030.

Le acque sotterranee il tema 2022

La Giornata mondiale dell’acqua quest’anno è dedicata alle acque sotterranee, invisibili ma fondamentali. Le falde acquifere si originano attraverso le precipitazioni e vanno poi ad alimentare sorgenti, fiumi, laghi e zone umide, fornendo gran parte dell’acqua potabile e quella per i servizi igienico-sanitari e i processi produttivi e industriali.  Risorse idriche molto preziose che oggi sono però minacciate. A metterle a rischio sono, da un lato, il sovrasfruttamento, e dall’altro l’inquinamento derivante dalle attività umane.

Una delle attività più impattanti sulle falde acquifere è  l’agricoltura industriale, tanto che il 20% delle acque sotterranee europee non rispetta gli standard di qualità comunitari a causa dell’inquinamento derivante dall’uso in agricoltura di pesticidi ed erbicidi chimici.

Terre rare e inquinamento dell’acqua

Un altro settore a cui possono essere legate conseguenze negative molto rilevanti sulle acque sotterranee è quello estrattivo. Un caso significativo è quello dell’estrazione delle così dette “terre rare”: 17 elementi chimici ad oggi essenziali per costruire impianti di produzione di energia rinnovabile e batterie per auto elettriche, così come per le comunicazioni ottiche.

Da una parte, quindi, litio, cobalto, manganese, nichel e grafite sono materie prime fondamentali per la transizione ecologica ed energetica; dall’altra, la loro estrazione può comportare gravi conseguenze ambientali e sociali. È il caso dell’area mineraria di Baotou, in Mongolia, enorme deposito di terre rare: qui i rifiuti radioattivi e l’inquinamento delle acque sotterranee, causato proprio dalla dispersione di scarti tossici dell’attività estrattiva, hanno portato a gravi conseguenze sulla salute degli abitanti della zona. A causa della crescita dei casi di tumore negli insediamenti circostanti, oggi si parla di “cancer villages”.

In questo scenario, è chiara l’importanza di lavorare per assicurare un processo di giusta transizione, che consenta cioè il raggiungimento degli obiettivi ambientali garantendo allo stesso tempo il rispetto dei diritti umani e la giustizia sociale.

Protezione delle acque: il contributo degli investitori responsabili

Gli operatori finanziari sostenibili che investono in tecnologie per la transizione energetica possono contribuire alla salvaguardia delle falde acquifere minacciate dall’estrazione delle terre rare. È importante che gli investitori responsabili analizzino a fondo le aziende investite, per valutare i rischi connessi alla loro attività e scongiurare impatti ambientali e sociali negativi lungo le filiere di approvvigionamento e la catena del valore.

Terre rare e inquinamento: iniziative di engagement

Uno degli strumenti a disposizione degli investitori è l’engagement. Alcuni casi si trovano nell’ultimo rapporto della piattaforma Shareholders for Change, che aggrega investitori in iniziative di dialogo costruttivo con le aziende. Il documento racconta il lavoro di engagement svolto con 12 aziende potenzialmente esposte ai rischi legati all’estrazione e all’uso di terre rare.