Giornata mondiale della Terra: investire per la neutralità climatica


Oggi è la Giornata Mondiale della Terra. Quest’anno arriva a poche settimane da due rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che hanno evidenziato la necessità di accelerare fortemente l’azione per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, sottolineando allo stesso tempo come le tecnologie e le soluzioni di decarbonizzazione siano disponibili in tutti i settori.

Lo scenario attuale è caratterizzato da un record negativo sulle emissioni gas serra: nel periodo 2010-2019, infatti, hanno raggiunto i livelli più alti nella storia dell’umanità. Secondo i dati raccolti dall’IPCC, per rimanere sotto la soglia di 1,5°, bisognerà raggiungere l’equilibrio complessivo tra le emissioni di CO2 generate dall’attività umana e quelle assorbite (neutralità climatica, in inglese “net-zero”) entro l’inizio del 2050, facendo diminuire allo stesso tempo anche le altre emissioni di gas serra. Per limitare il riscaldamento a circa 1,5° è necessario che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro picco il prima possibile, e in ogni caso entro il 2025, per poi ridursi del 43% entro il 2030; allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo.

Per raggiungere questi obiettivi, gli investitori possono svolgere un ruolo fondamentale. Come evidenzia il recente paper del Forum per la Finanza Sostenibile “Obiettivo ‘net-zero’: come raggiungerlo?”, gli operatori finanziari possono contribuire ad arrivare alla neutralità climatica finanziando soluzioni a basse emissioni di carbonio e sostenendo la transizione nei settori ad alte emissioni. E’ importante dare priorità alla decarbonizzazione dell’economia reale, optando per l’assorbimento o la compensazione solo per le emissioni climalteranti inevitabili.

La riduzione dei costi connessi alla produzione di energia da fonti rinnovabili e al suo stoccaggio, osservata nell’ultimo decennio, è un fattore che incide positivamente sugli impatti positivi generati dagli investimenti, facendo da moltiplicatore. Dal 2010, infatti, i costi per unità dei pannelli solari si sono ridotti dell’85% e quelli per gli impianti di produzione di energia eolica del 55%. Anche sul fronte della mobilità, l’abbattimento della spesa legata alle batterie (-85% nel periodo 2010-2019) apre prospettive interessanti per una graduale decarbonizzazione del settore dei trasporti.

Secondo l’ultimo report dell’IPCC dedicato alla mitigazione e presentato il 4 aprile 2022, i flussi finanziari orientati verso progetti e tecnologie in linea con gli obiettivi di mitigazione e adattamento sono oggi da tre a sei volte inferiori rispetto a quelli necessari per limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5° o 2°, da mobilitare entro il 2030. Allo stesso tempo, ci sono capitali globali e liquidità sufficienti per colmare le attuali carenze di investimenti. Il nodo sta quindi nell’orientarli verso attività economiche compatibili con uno scenario di emissioni nette zero.

La ricerca di Morningstar “Investing in Times of Climate Change”, a dicembre 2021 i fondi climatici a livello globale erano 860, con un patrimonio gestito pari a $408 miliardi, raddoppiato in un anno. Il mercato dei fondi più grande e diversificato è quello dell’Europa. Segue la Cina, che per la prima volta nel 2021 ha superato gli Stati Uniti.

 

Maggiori informazioni sul ruolo della finanza sostenibile per raggiungere la neutralità climatica sono disponibili sul sito Finance4zero.org.