Secondo la Banca Mondiale, circa 2,4 miliardi di donne non hanno gli stessi diritti economici degli uomini. Disparità che hanno un alto costo economico: basti pensare che la parità salariale porterebbe a benefici in termini di ricchezza di capitale umano per $172 mila miliardi.
In Italia, secondo un report della Rome Business School pubblicato nel 2022, le donne percepiscono un salario inferiore di quasi il 24% rispetto agli uomini e solo il 17% delle posizioni dirigenziali sono occupate da donne, contro il 24% della Gran Bretagna e il 21% della Francia. La riduzione del divario tra uomini e donne nel mercato del lavoro porterebbe una crescita esponenziale del PIL italiano fino al 35%.
Gli investitori sostenibili possono dare un contributo rilevante per la promozione di una maggiore parità di genere. Da un lato, anche attraverso iniziative di engagement, possono promuovere un maggiore equilibrio di genere nelle società investite: secondo una ricerca pubblicata sull’International Journal of Finance & Economics, condotta sulle società del FTSE100, la presenza di tre o più donne all’interno dei consigli di amministrazione porta a migliori performance, insieme a una migliore governance e competitività nel mercato dell’azienda.
Dall’altro lato, gli investitori possono anche lavorare per promuovere pari opportunità di carriera al proprio interno. Secondo uno studio realizzato da Assogestioni in collaborazione con Valore D, nelle Società di gestione del risparmio (SGR) la presenza femminile si attesta in generale al 48%, una percentuale che va a diminuire man mano che si sale nella gerarchia aziendale: le donne nei CdA sono in media il 27% e quelle nei ruoli manageriali il 18%.
Il tema è stato al centro del webinar “Finanza sostenibile per la parità di genere”, organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Sycomore Asset Management. Qui sono disponibili il video e i materiali dell’incontro.