Potenzialità della finanza sostenibile ancora poco note alle PMI


Per oltre il 45% delle PMI (attori di grande importanza nel sistema produttivo italiano) la sostenibilità riveste un ruolo molto importante in azienda e guida le scelte strategiche e di investimento. Tuttavia, sul livello di conoscenza e sull’applicazione concreta degli aspetti ESG rimane ancora parecchia strada da fare. È quanto emerge dalla ricerca “PMI italiane e transizione ecologica: profili ESG e finanza sostenibile“, realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Cerved Group e Cerved Rating Agency. All’indagine hanno partecipato 415 piccole e medie imprese, prevalentemente attive nei settori più coinvolti dalla transizione ecologica.

Quasi la metà delle imprese (48%) considera rilevante o molto rilevante l’impulso dato dall’evoluzione del quadro normativo ad adottare politiche di sostenibilità. Eppure, il 91% delle PMI coinvolte nell’indagine dichiara di non conoscere la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). A questo proposito, occorre precisare che tra le 415 imprese intervistate solo una è inclusa nel perimetro di applicazione della direttiva; ma diverse rispondenti rientrano nella catena del valore di aziende più grandi, che a loro volta sono soggette alla CSRD. Stesso discorso per la Tassonomia UE delle attività economiche ecosostenibili: l’86% degli intervistati si ritiene “per niente informato” in merito.

Rispetto ai rischi connessi a una maggiore attenzione agli aspetti di sostenibilità, il 42,5% delle imprese rispondenti segnala i maggiori costi di gestione, riferiti per esempio all’implementazione di processi di reportistica e comunicazione, all’aggiornamento continuo sui temi ESG e all’integrazione di nuove attività nel business. Di contro, tra le principali opportunità che l’adozione dei criteri ESG porta con sè vengono indicati i vantaggi reputazionali (citati dal 39% degli intervistati) e i risparmi derivanti dai processi di efficientamento energetico (36,5%).

Più del 62% delle PMI intervistate ritiene che il cambiamento climatico avrà ripercussioni sul proprio business nel breve o nel lungo periodo. Tuttavia, circa il 40% non sa stimare l’entità della propria esposizione ai rischi climatici.

Scarsa anche la conoscenza relativa agli strumenti di finanza sostenibile. Circa il 70% si rivolge abitualmente a istituti di credito, ma solo il 17% ha usufruito di fondi legati a progetti di sostenibilità. Meno della metà (il 41,5%) delle aziende è a conoscenza del fatto che gli aspetti ESG saranno integrati nelle analisi del merito di credito. Potrebbe spiegarsi anche così la scarsa disponibilità di dati che le PMI sono in grado di fornire: solo il 7,5% rende disponibili informazioni sui temi ESG ai dipendenti e agli stakeholder esterni (investitori, fornitori e clienti).

La ricerca è stata presentata in chiusura dell’undicesima edizione delle Settimane SRI, la principale rassegna sulla finanza sostenibile in Italia organizzata dal Forum. La video-registrazione dell’evento è disponibile qui.

Nel video qui sotto, invece, una sintesi con i principali risultati della ricerca.