L’integrazione dei rischi ESG negli stress test bancari


Avere a disposizione dati di qualità per una corretta valutazione dei rischi fisici e di transizione rappresenta una delle sfide più importanti per gli istituti bancari. Secondo quanto previsto dal terzo pilastro pubblicato dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) a completamento di Basilea III ed entrato in vigore il 28 giugno 2021, le grandi banche quotate sono infatti tenute a fornire informazioni in merito alla sostenibilità dei loro investimenti e dei loro finanziamenti.

Tuttavia, i risultati della prova di stress in ambito climatico pubblicati nell’estate del 2022 dalla Banca Centrale Europea (BCE) hanno evidenziato che le banche dell’area Euro non tengono ancora adeguatamente conto del rischio climatico. Più nel dettaglio, circa il 60% degli istituti è sprovvisto di un quadro di riferimento per gli stress test sul clima e appena il 20% tiene conto del rischio climatico come variabile ai fini dell’erogazione di finanziamenti. Inoltre, la BCE ha rilevato che quasi due terzi delle entrate delle banche derivanti da controparti non finanziarie provengono da industrie ad alta intensità di gas a effetto serra.

Il settore bancario svolge un ruolo chiave nel supportare la transizione ecologica ed è prioritario dunque colmare la carenza di dati granulari, garantendo la divulgazione di informazioni ESG qualitative e quantitative comparabili da parte degli istituti di credito. In questo senso, a livello europeo sono state emanate diverse norme volte a incoraggiare una maggiore disclosure. Ci riferiamo innanzitutto alla Tassonomia, una classificazione comune a livello UE delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.

A questa si aggiunge la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore lo scorso 5 gennaio, che prevede l’estensione degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità a tutte le imprese di grandi dimensioni e alle PMI quotate (fatta eccezione per le microimprese) e che mira a risolvere le criticità in termini di completezza e affidabilità dei dati. Uno dei nodi principali rimane, tuttavia, la reperibilità dei dati relativi alle attività delle piccole e medie imprese che non sono soggette alla CSRD e che costituiscono degli attori di primo piano all’interno del tessuto produttivo italiano ed europeo.

Questi temi sono stati al centro del webinar “Come integrare i rischi ESG negli stress test bancari”, organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Morningstar. Qui sono disponibili il video e i materiali dell’incontro.