ETF sostenibili, caratteristiche ed evoluzione


Gli ETF (acronimo di Exchange Traded Fund) sono strumenti finanziari passivi il cui obiettivo è quello di replicare la performance dell’indice benchmark (azionario oppure obbligazionario) a cui fanno riferimento. Anche gli ETF, come altri prodotti finanziari, possono includere gli aspetti di sostenibilità, replicando indici che selezionano i titoli sulla base di analisi finanziarie, ambientali, sociali e di governance.

Negli ultimi anni, il mercato europeo degli ETF sostenibili è cresciuto sensibilmente. Secondo i dati riportati da Morningstar, nel corso del 2022 gli ETF che incorporano criteri ESG hanno registrato €51 miliardi di raccolta, pari al 65% del totale dei flussi verso ETF ed ETC (Exchange Traded Commodities). Inoltre, i volumi investiti in ETF sostenibili sono passati da €235,3 miliardi nel 2021 a €248,8 miliardi nel 2022, corrispondenti al 18,8% del patrimonio investito in ETF ed ETC in Europa (in aumento rispetto al 16,7% del 2021), percentuale che sale al 20,5% se si escludono gli ETC.

Per quanto riguarda gli indici replicati dagli ETF sostenibili, esistono differenze nelle metodologie di selezione dei titoli. Di seguito le strategie più comuni:

– l’esclusione di titoli e società che offrono prodotti e servizi in settori considerati controversi (come le armi, il tabacco, la pornografia e i combustibili fossili);

– l’approccio best in class, che seleziona i titoli migliori per settore e area geografica dal punto di vista dei parametri ESG;

– l’approccio basato sui benchmark climatici (come l’EU Paris-Aligned Benchmark e l’EU Climate Transition Benchmark), ideati per consentire agli investitori di allineare il portafoglio a determinati obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti.

Gli ETF sostenibili possono avere caratteristiche diverse tra loro dal punto di vista dei criteri ESG e dei profili di rischio/rendimento. In sintesi, ciascun approccio trova un proprio equilibrio tra due aspetti: da un lato, l’aderenza delle performance agli indici di capitalizzazione e la riduzione del cosiddetto tracking error (cioè lo scostamento tra l’andamento di un ETF e quello del suo benchmark) e, dall’altro, l’adozione di criteri ESG più o meno stringenti, anche in risposta alle nuove normative in materia di finanza sostenibile (per quanto riguarda il contesto europeo, si veda per esempio il Regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari – SFDR).

Con l’aumento dell’interesse nei confronti degli ETF sostenibili, è cresciuta anche l’offerta di questi prodotti. L’investitore, in questo modo, può scegliere la soluzione che più si adatta alle sue esigenze e alle sue preferenze di sostenibilità. Tuttavia, per compiere scelte consapevoli è anzitutto fondamentale una corretta informazione sul tema.

Anche per rispondere a questa esigenza, il Forum per la Finanza Sostenibile ha organizzato, in collaborazione con DWS, il webinar “Dall’ESG agli SDGs: evoluzione delle metodologie di investimento nel mondo degli ETF”. Qui sono disponibili la video-registrazione e i materiali dell’incontro.