La principale conferenza sul clima a livello mondiale, la COP28, si è conclusa a Dubai il 13 dicembre 2023 e ha delineato nuovi sviluppi nell’impegno mondiale contro i cambiamenti climatici. L’esito centrale della conferenza è stato il raggiungimento di un accordo sul testo del Global Stocktake, che prevede una “transizione dai combustibili fossili” al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050.
Il termine COP indica la “Conferenza delle Parti” e si riferisce alla riunione annuale dei Paesi che hanno ufficialmente sottoscritto la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Questa Convenzione rappresenta il principale accordo internazionale in materia di tutela ambientale contro i cambiamenti climatici, originariamente sottoscritto nel 1992 durante la Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro. Il suo scopo fondamentale è quello di contrastare il cambiamento climatico, riducendo le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale.
Il vertice del 2023, conosciuto anche come COP28, si è tenuto all’Expo City di Dubai, sotto la presidenza degli Emirati Arabi Uniti, dal 30 novembre al 13 dicembre 2023. La COP28 è stata presieduta da Sultan Ahmed al-Jaber, amministratore delegato di Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC, principale compagnia petrolifera degli Emirati), fondatore e presidente di Masdar (compagnia statale di energie rinnovabili) e ministro dell’Industria e della Tecnologia.
Fondo per perdite e danni
Nel primo giorno di conferenza è stato raggiunto un accordo per rendere operativo il Fondo per le perdite e i danni (“Loss and Damage”). Questo fondo, istituito ufficialmente nel 2022 durante la della COP27 a Sharm El Sheikh senza però definirne i dettagli, prende ora forma per fornire assistenza finanziaria ai Paesi in via di sviluppo, specialmente quelli più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico, per la compensazione di perdite e danni subiti. La Banca Mondiale gestirà per un periodo di quattro anni l’erogazione del denaro per il fondo, il quale gode di promesse finanziarie iniziali che ammontano a oltre $650 milioni.
Finanziamento climatico
È stato compiuto progresso anche sul nuovo obiettivo collettivo quantificato (New Collective Quantified Goal, NCQG), basato sui $100 miliardi promessi dalle nazioni sviluppate per finanziare iniziative di mitigazione e adattamento climatico nelle nazioni in via di sviluppo. Sebbene l’obiettivo dei $100 miliardi non sia ancora stato raggiunto, la COP28 ha visto l’accordo per redigere un obiettivo di finanziamento post-2025 prima della COP29. Questo è un passo avanti, ma come per le perdite e danni dell’anno scorso, i dettagli saranno definiti solo l’anno prossimo.
Nel frattempo, le promesse di finanziamenti piovono, con gli impegni di rifinanziamento del Fondo Verde per il Clima (Green Climate Fund) – il più grande fondo multilaterale al mondo dedicato ad aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare la crisi climatica – che superano i $12.8 miliardi e gli Emirati Arabi Uniti che promettono $270 miliardi in finanziamenti verdi entro il 2030. Al contempo, il Presidente della Banca Mondiale, Ajay Banga, ha annunciato che il 45% dei finanziamenti annui saranno dedicati a progetti legati al clima entro il 2025.
Global Stocktake e transizione energetica
Mercoledì 13 dicembre a Dubai è stato raggiunto un ulteriore accordo sul testo del Global Stocktake dai 197 Paesi rappresentati. L’accordo è considerato l’esito centrale della conferenza e prevede una “transizione dai combustibili fossili” al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050.
Il testo riconosce la necessità di ridurre le emissioni globali di gas serra del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Tuttavia, sottolinea che i Paesi sono fuori rotta nel raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Con questo accordo, in particolare, le nazioni si impegnano a triplicare la capacità di energia rinnovabile su scala globale, di ridurre gradualmente l’utilizzo del carbone e di abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo “giusto”, “ordinato” ed “equo”, accelerando l’azione in questo decennio, al fine di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. Al tempo stesso, l’obiettivo è di accelerare le tecnologie a zero e basse emissioni, comprese rinnovabili, nucleare, tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio, e la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio e di accelerare e ridurre in modo sostanziale le emissioni diverse dal biossido di carbonio a livello globale, in particolare quelle di metano entro il 2030.
Il testo riconosce anche che “i combustibili di transizione possono contribuire a facilitare la transizione energetica garantendo al contempo la sicurezza energetica”: il gas naturale viene quindi ancora riconosciuto come una importante fonte di energia per la transizione.
Adattamento
L’Obiettivo Globale sull’Adattamento (GGA) è un impegno collettivo ai sensi dell’Articolo 7.1 dell’Accordo di Parigi che ha lo scopo di “potenziare la capacità adattativa, rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici” nel mondo, creando un chiaro quadro e obiettivi che possano guidare gli sforzi globali di adattamento e potenziare il supporto per l’adattamento nei paesi in via di sviluppo.
Tuttavia, definire questi obiettivi è una sfida complessa, sia perché le azioni di adattamento sono locali e specifiche del contesto, sia perché i negoziatori hanno faticato a trovare un accordo su questioni politiche chiave, come chi dovrebbe pagare per le azioni di adattamento nei paesi in via di sviluppo.
Durante la COP28, le Parti hanno concordato i target per l’Obiettivo Globale sull’Adattamento. È stata evidenziata l’importanza del supporto alle strategie di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici: il testo finale mantiene infatti la richiesta di raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento e prevede piani per valutazioni e monitoraggi nei prossimi anni. Tuttavia, secondo alcuni, il linguaggio riguardante l’impegno a colmare il divario finanziario per l’adattamento è stato indebolito. Ulteriori dettagli sulle aspettative e sugli obiettivi finanziari sono attesi alla COP29.
COP29
La COP29 è programmata per novembre 2024 a Baku, in Azerbaijan. La scelta della sede è stata ritardata a causa di veti da parte di alcuni Paesi, soprattutto la Russia. Il cammino verso il raggiungimento degli obiettivi climatici continua, con la necessità di ulteriori dettagli e azioni concrete da delineare nelle prossime conferenze.