Nell’attuale scenario di policrisi, che induce i risparmiatori alla prudenza, l’attenzione verso gli investimenti sostenibili si mantiene elevata e c’è disponibilità a investire nel settore agroalimentare. È il quadro delineato dalla ricerca “Risparmiatori italiani, investimenti sostenibili e settore agroalimentare”, condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa.
Lo studio, che ha coinvolto 1.400 risparmiatori con almeno €1.000 investiti nell’ultimo anno (di questi, 505 hanno almeno €20.000 investiti), è stato presentato in occasione dell’edizione 2023 delle Settimane SRI, la principale rassegna sulla finanza sostenibile in Italia
Nel 2023 sono rimasti stabili, rispetto all’anno precedente, il tasso di conoscenza e sottoscrizione dei prodotti SRI: il 78% degli intervistati li conosce o quantomeno ne ha sentito parlare, e il 21% ha già sottoscritti. L’indagine rileva anche tendenze positive: nel corso del 2023, per la metà dei risparmiatori che conoscono gli investimenti sostenibili sono aumentate le informazioni sui prodotti SRI fornite dalla banca, dall’assicurazione o dal consulente finanziario. Il 47%, inoltre, percepisce un aumento delle competenze e dell’attenzione da parte del settore finanziario.
C’è interesse per il settore agroalimentare: il 65% di coloro che conoscono gli investimenti sostenibili (73% tra chi ha almeno €20.000 investiti) si dice disponibile a investire con criteri ESG in questo comparto, considerato dal 46% fondamentale per la sostenibilità ambientale. Inoltre, il 36% lo prenderebbe in considerazione per supportare le aziende locali e italiane. Per chi non è interessato a investire con criteri ESG nel settore (il 19% dei risparmiatori che conoscono gli investimenti sostenibili) i principali ostacoli sono lo scarso dinamismo del comparto e il timore di operazioni di facciata (entrambe le opzioni citate dal 30% dei rispondenti); a seguire, il 28% menziona lo scetticismo sull’effettiva redditività degli investimenti in quest’ambito.
Ostacoli degli investitori e priorità in un contesto di policrisi
Nell’attuale contesto di policrisi, caratterizzato dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria, della crisi climatica, della guerra in Ucraina, della carenza di materie prime e dell’aumento dei costi dell’energia, la principale sfida per il 50% dei risparmiatori è rappresentata dall’inflazione e dal caro vita. Seguono la crisi energetica e i costi dell’energia (34%), il cambiamento climatico (27%), la crisi finanziaria (26%) e la disoccupazione (23%).
Nel settore agroalimentare, il 93% dei rispondenti afferma di compiere regolarmente scelte di acquisto per limitare gli sprechi alimentari, mentre l’81% acquista prodotti locali o a km0. Mentre l’80% degli intervistati si dichiara disposto a spendere di più per prodotti biologici, il principale ostacolo è rappresentato dai prezzi troppo elevati (72%), seguiti dalla mancanza di informazioni sulla sostenibilità degli acquisti (32%).
Sul fronte degli investimenti, i risparmiatori tendono a muoversi con cautela, preferendo un orizzonte temporale di medio-breve termine intorno ai 5 o 2 anni al massimo (80%) e orientandosi verso prodotti a basso rischio (63%).