Rinnovabili ed efficienza energetica al centro della ripresa economica post-coronavirus


La pandemia COVID-19 non deve compromettere l’impegno della comunità internazionale nel contrasto al cambiamento climatico: la transizione verso energie pulite potrà essere uno degli ingredienti chiave della ripresa economica.
A dirlo è Fatih Birol, Executive Director dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, in una nota diffusa il 14 marzo.

La domanda globale di combustibili fossili è destinata a ridursi nel 2020 a causa del rallentamento delle attività economiche e della drastica riduzione dei commerci e della circolazione di persone provocati dalla pandemia. Basti pensare che la sola Cina, primo focolaio della malattia, nel 2019 ha determinato l’80% della crescita di domanda mondiale. La conseguente diminuzione dei prezzi del petrolio – accentuata anche dai contrasti tra la Russia e i Paesi produttori dell’OPEC sul taglio della produzione – potrebbe disincentivare la diffusione delle energie rinnovabili.
La disponibilità di carburanti a basso costo, inoltre, potrebbe ridurre l’interesse di aziende e consumatori ad adottare condotte improntate all’efficienza energetica.
In generale, la crisi economica e le turbolenze dei mercati finanziari potrebbero compromettere la determinazione dei Paesi a raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici concordati a livello internazionale.

Per scongiurare questo rischio, Birhol invita i governi ad adottare una prospettiva di lungo periodo.
La crisi internazionale scatenata dal Coronavirus ha impatti drammatici sulla salute delle persone e sulle attività economiche; tuttavia, queste conseguenze saranno temporanee, mentre la minaccia del cambiamento climatico richiederà sforzi costanti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per tutto il decennio. “Non possiamo permettere che la crisi internazionale di oggi comprometta i nostri sforzi per affrontare questa ineluttabile sfida planetaria“, ha scritto Birhol. “Questa situazione sarà un test per valutare l’impegno dei Paesi e delle società”.

Investimenti e incentivi per supportare lo sviluppo e l’impiego delle energie rinnovabili dovrebbero essere al centro dei piani che i governi adotteranno per stimolare la ripresa economica.
Politiche volte a promuovere l’efficienza energetica degli edifici potrebbero concorrere a innovare le infrastrutture, creare nuovi posti di lavoro e ridurre l’impatto delle bollette sui consumi delle famiglie.
Inoltre, i governi potrebbero cogliere l’occasione offerta dalla diminuzione dei prezzi del petrolio per ridurre o rimuovere gli incentivi al consumo di combustibili fossili, che oggi ammontano a $400 miliardi: in particolare, sarà importante rimuovere le inefficienze nella distribuzione degli incentivi, verificando che i benefici si concentrino unicamente sulle fasce più vulnerabili delle popolazione.
Le risorse pubbliche liberate attraverso queste politiche potrebbero essere orientate a settori come la sanità.

“Non lasciamo che la tragedia di oggi indebolisca la transizione energetica, piuttosto cogliamo le opportunità per accelerarla”, ha concluso Birhol.

L’impegno della comunità SRI sarà fondamentale: la finanza sostenibile, infatti, ricopre un ruolo fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico attraverso la riduzione della carbon footprint dai portafogli d’investimento e il finanziamento di imprese e progetti innovativi in ambiti come l’economia circolare, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. L’adozione di un orizzonte temporale di lungo periodo, tipica degli investimenti SRI, sarà indispensabile per evitare logiche speculative improntate alla massimizzazione del profitto a breve termine; politiche e strategie d’investimento lungimiranti potranno costituire linfa vitale per la ripresa economica, per la salvaguardia del pianeta e per la salute degli esseri umani.