La pandemia fa crescere le disuguaglianze. I social bond possono contrastarle


In 9 mesi le 1.000 persone più ricche del Pianeta hanno recuperato le perdite economiche dovute alla pandemia di COVID-19; ai più poveri occorreranno più di 10 anni. Lo ha rilevato Oxfam in un rapporto presentato il 25 gennaio 2021 al World Economic Forum di Davos, il summit che ogni anno riunisce capi di Stato e di governo e i rappresentanti delle principali organizzazioni economiche e finanziarie del mondo (quest’edizione si svolge in modalità virtuale).

Un’infografica tratta dalla versione italiana del rapporto

 

Come evidenziato dal report di Oxfam e da numerose altre ricerche, la pandemia sta provocando un incremento delle disuguaglianze in numerosi ambiti, per esempio in termini di reddito, etnia, genere e tra fasce generazionali. Per alleviare gli impatti socio-economici della pandemia nel 2020 è cresciuto il ricorso a strumenti di finanza sostenibile come i social bond, che hanno registrato un volume di emissioni superiore di sette volte rispetto al 2019 ($147,7 miliardi, secondo dati Bloomberg New Energy Finance). Per esempio, qui su Investi Responsabilmente abbiamo parlato del social bond emesso dalla Banca Africana di Sviluppo.

Uno dei contributi più significativi al mercato delle obbligazioni a impatto sociale è arrivato dall’Unione Europea, che ha effettuato tre emissioni con lo strumento SURE dedicato a sostenere i programmi di protezione dell’occupazione negli Stati membri (per esempio, la Cassa Integrazione in Italia). Nel 2020 l’UE ha emesso social bond per un valore di quasi €40 miliardi, che hanno ricevuto un’accoglienza molto positiva da parte degli investitori: per tutte le emissioni, infatti, l’offerta ha superato la domanda di oltre 10 volte. Ciò significa che l’UE ha raccolto capitali sui mercati finanziari internazionali e ha potuto concedere assistenza finanziaria agli Stati membri a condizioni di prezzo più favorevoli. A dicembre del 2020 il programma ha permesso di erogare circa €40 miliardi di prestiti a 18 Paesi.