Nel percorso verso il raggiungimento della neutralità climatica è fondamentale tenere conto degli aspetti sociali per garantire la giusta transizione.
I capitali mobilitati per la transizione energetica sono in continuo aumento: secondo BloombergNEF, nel 2020 aziende, governi e famiglie hanno investito oltre 500 miliardi di dollari in tecnologie e sistemi legati alla decarbonizzazione, il 9% in più rispetto all’anno precedente nonostante le difficoltà connesse alla pandemia.
Questi investimenti dovranno sempre tenere conto anche degli aspetti sociali lungo tutta la catena del valore. Un esempio significativo è rappresentato dall’industria automobilistica. In questo settore, da una parte si dovrà fare attenzione agli impatti sociali e ambientali negativi legati all’estrazione di materie prime per le batterie dei veicoli elettrici, fondamentali per il taglio delle emissioni dei trasporti. Dall’altra parte, bisognerà tenere in considerazione il futuro dei lavoratori: in 2,4 milioni avranno bisogno di riqualificazione e formazione professionale.
Sarà quindi cruciale indirizzare i flussi finanziari verso una transizione giusta ed equa, che garantisca allo stesso tempo sostenibilità ambientale e sociale. In questo, la tassonomia europea rappresenta un fondamentale strumento. In particolare, la tassonomia sociale su cui la Commissione Europea potrebbe pronunciarsi entro la fine di quest’anno potrà aiutare, unita a quella ambientale, a condurre valutazioni ESG più complete sulle attività economiche.
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