Secondo l’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), il 75% degli ambienti terrestri è “gravemente alterato” a causa delle attività umane. Fino a un milione di specie (sugli otto milioni esistenti sulla Terra) è a rischio di estinzione. La perdita di biodiversità ha un impatto enorme sull’ambiente, e da qui gli effetti si allargano anche agli ambiti economico e sociale. L’impoverimento dei terreni, per esempio, può condurre a una riduzione della produzione agricola, e questa a carestie e grandi movimenti migratori. In gioco c’è una quota importante dell’economia mondiale: secondo le stime del World Economic Forum, più della metà del PIL mondiale – 44mila miliardi di dollari – dipende in diversa misura dalla natura.
Nel 2022, seppur a fronte di numerosi rinvii, la comunità internazionale dovrebbe fissare degli obiettivi al 2030 per la conservazione degli ambienti naturali, nell’ambito della Convenzione sulla biodiversità delle Nazioni Unite. La fissazione di target chiari, insieme alla disponibilità di dati accurati sulla perdita di biodiversità, rappresentano elementi importanti per consentire agli operatori finanziari di integrare il tema nelle loro strategie e nei loro portafogli e contribuire così attraverso investimenti sostenibili alla tutela degli ecosistemi.
Un’indagine realizzata all’inizio del 2021 da Responsible Investor Research e Crédit Suisse ha scattato una fotografia dell’approccio degli investitori alla biodiversità. L’84% di questi si dice molto preoccupato per il deterioramento degli ambienti naturali e il 67% dichiara di avere affrontato il tema nella composizione dei portafogli, ma gli ostacoli non mancano. I principali riguardano la disponibilità di dati e metriche (70%), la difficoltà di valutare adeguatamente il capitale naturale (49%) e la mancanza di competenze interne sul tema (32%).
Nella nuova edizione della Pillola di finanza sostenibile, Barbara Galliano, Deputy Country Head, Senior Director, Head of Retail Distribution e Responsabile ESG di Natixis Investment Managers (succursale italiana), spiega quale ruolo può avere la finanza sostenibile nell’affrontare i rischi legati alla perdita di biodiversità. Una importante sfida riguarda appunto la disponibilità dei dati: maggiori saranno la qualità e la quantità delle informazioni a disposizione sul tema, più gli operatori finanziari riusciranno a integrarlo nelle loro strategie.