Transizione energetica e investimenti


La transizione energetica consiste nel passaggio dalle fonti energetiche fossili alle fonti rinnovabili, riducendo in modo determinante l’impatto ambientale delle attività di generazione e utilizzo dell’energia. In questo percorso, gli investimenti saranno fondamentali per raggiungere l’obiettivo.

La transizione energetica rientra nella più ampia transizione ecologica, il processo per ottenere la neutralità climatica (net-zero) entro il 2050 insieme a modelli di produzione e consumo più sostenibili. L’obiettivo net-zero consiste nel garantire un equilibrio tra le emissioni generate dall’attività umana e quelle assorbite. È necessario abbattere il più possibile le emissioni, compensando quelle che non si possono evitare attraverso l’investimento in soluzioni verdi di assorbimento (per es. la riforestazione).

Bisogna inoltre tenere in considerazione che la transizione, per essere realmente efficace, dovrà garantire l’equità e la giustizia sociale: evitare cioè la nascita di nuove disuguaglianze, contribuendo piuttosto alla loro riduzione. Per questo, si parla di “giusta transizione”.

Un settore cruciale in questo processo è appunto quello dell’energia. Per realizzare la transizione energetica occorre guardare soprattutto alle energie rinnovabili, che garantiscono l’azzeramento delle emissioni e hanno le potenzialità per soddisfare la domanda globale di energia. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), la capacità elettrica rinnovabile aumenterà di oltre il 60% tra il 2020 e il 2026, raggiungendo i 4.800 gigawatt (GW), cioè l’attuale capacità globale cumulata di combustibili fossili e nucleare. Un altro elemento da considerare è che, diversamente dal gas, le fonti energetiche rinnovabili sono meno esposte alle dinamiche geopolitiche all’origine dell’aumento dei prezzi cominciato nel 2021.

Sono 130 i Paesi del mondo che si sono dati o stanno valutando di fissare obiettivi di neutralità climatica al 2050. In questo percorso di transizione, istituzioni e operatori finanziari possono dare un contributo fondamentale attraverso le loro decisioni di investimento. Solo nel settore energetico, infatti, secondo un’analisi congiunta di IEA e Fondo Monetario Internazionale, serviranno investimenti annui per $5.000 miliardi tra il 2021 e il 2030.

Nel 2019 con la Climate Bank Roadmap, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) si è data l’obiettivo di supportare investimenti per €1.000 miliardi in azione climatica e sostenibilità ambientale tra il 2021 e il 2030. Un recente sondaggio della società di consulenza internazionale Boston Consulting Group ha mostrato che anche numerosi investitori privati guardano già oltre le fossili. Solo un investitore istituzionale su quattro, a livello globale, pensa che petrolio e gas avranno un ruolo di crescente importanza nel proprio portafoglio nei prossimi dieci anni.

Secondo la società di ricerca globale Morningstar, tra i fondi di investimento tematici (focalizzati cioè su un tema specifico), quelli dedicati alla transizione energetica sono al primo posto per la raccolta di risorse. Al 31 dicembre 2021 le masse gestite in Europa dai fondi di investimento dedicati alla transizione energetica erano vicine a €52 miliardi.

Maggiori informazioni sul ruolo della finanza sostenibile per il raggiungimento della neutralità climatica sono disponibili qui.