La giornata dei diritti delle donne arriva quest’anno in un momento drammatico. Il pensiero va alle sofferenze delle donne ucraine, intrappolate nelle città sotto i bombardamenti, profughe fuori dal loro Paese o già vittime dell’aggressione russa. I numeri al momento sono pochi e difficili da verificare, stime da un Paese nel caos.
Quelli che, in occasione della giornata mondiale dei diritti delle donne, arrivano invece da altrove, disegnano uno scenario in cui molta è la strada ancora da fare per ottenere la parità di genere e colmare i divari di diritti, remunerazione, posizioni di leadership, rappresentatività nelle società e nelle organizzazioni.
Donne e leadership
Secondo il rapporto “Women in business 2022”, realizzato dalla società di consulenza internazionale Grant Thornton, nel 2022 le donne detengono il 32% delle posizioni aziendali di comando. Il settore in cui si registra la performance migliore è quello sanitario (39%), seguito da turismo e attività estrattive (37%), mentre agli ultimi posti ci sono trasporti (29%) e manifatturiero (28%). Il report ha analizzato 30 economie mondiali, compresa quella italiana, che si colloca agli ultimi posti per presenza femminile nei ruoli di leadership: nel 2022, le donne col ruolo di amministratore delegato rappresentano il 20% (18% nel 2021) e le senior manager sono il 30% (29% l’anno scorso).
Garantire la rappresentatività femminile
Una ricerca condotta da Morningstar e Sustainalytics mette in luce l’importanza di garantire la rappresentanza delle lavoratrici femminili. Lo studio mostra infatti come i risultati migliori siano raggiunti da quelle società che hanno un minore divario tra la percentuale di donne in posizioni senior e la loro percentuale sul totale della forza lavoro. Il settore finanziario, spiega un articolo di Morningstar, è tra quelli in cui si registrano maggiori rischi legati a una ridotta rappresentanza femminile.
Presenza femminile nella finanza
Un’indagine realizzata da Academic Insights on Investing nel 2021 su 9.667 posizioni di responsabile investimenti, capo della ricerca e responsabile investment banking conferma come una delle questioni fondamentali sia la presenza femminile nelle posizioni di vertice. Rispetto al ruolo di chief investment officer (CIO), il valore mediano della presenza delle donne nei 29 Paesi analizzati è il 9%. In Italia il valore è pari allo 0% (nei 43 casi presi il considerazione la posizione è ricoperta da uomini), contro il 20% dell’Austria, il 19% della Cina e il 16% della Finlandia.
Anche nel settore dell’investment banking il terreno da recuperare è molto, tanto che la mediana della presenza femminile è lo 0%. Anche qui, nei casi analizzati dai ricercatori non sono state trovate in Italia donne con questo ruolo. La situazione migliora se si guardano i responsabili della ricerca nell’industria finanziaria. Anche qui, la mediana della presenza femminile è del 9%, ma USA e Canada, insieme a dieci paesi europei, superano questa soglia. Tra questi c’è anche l’Italia, che però in termini assoluti ha una sola donna nel ruolo di responsabile della ricerca su 10 casi analizzati.